“Questa casa al ponte, con il nome attuale, sorveglia dall’Isarco tutti che vengono per la via. Già il Kaiser Friedrich Rotbart passò il ponte e l’arco con i suoi uomini nel 1152-1190 per andare a combattere al sud. Si legge inoltre che già prima del 1520 in questo luogo sorgevano un ponte robusto ed una casa ben costruita, ma nello stesso anno tutto fu distrutto dalle inondazioni. In seguito però fu ricostruito, infatti intorno al 1636 quando la peste infuriava a Novacella, fu custodito con cura da 4 canonici e dalla loro guardia. La forma attuale della casa al ponte risale all’Abate Fortunat nel 1687. Nel 1973 ho acquistato questa casa. E Dio mi aiuti! La mantengo con moglie e figli da tutta la vita.”
La lunga storia, piena di vicissitudini, della casa al ponte, viene riassunta brevemente da Josef Zanol (1941-2012), vicino al grande dipinto murale di Hubert Zanol, che la raffigura, sulla rampa che porta al primo piano.
La storia del Hotel al Ponte è strettamente legata a quella dei Canonici Agostiniani di Novacella. Ha inizio nel 1506, quando Christoph Niedermayr, all’epoca Abate di Novacella, fece costruire un ponte ad arco di pietre sopra all’Isarco. Già diversi anni dopo, nel 1520, casa e ponte furono distrutte dalle inondazioni dell’Isarco, ma molto presto ricostruite.
La forma attuale della casa risale all’Abate Fortunat Troyer, che nel 1687 fece realizzare una nuova costruzione della locanda. Nel 1783 l’oste al ponte fu luogo di un piccolo evento storico: Il chirurgo Franz Liebl operò la cameriera Zenzl allo stomaco. Fu una delle prime grandi operazioni su suolo tirolese. Nel 1797 gran parte del ponte e della torre furono distrutti nuovamente, questa volta non da un’alluvione, bensì da un incendio. Ma anche questa volta fu ricostruito tutto rapidamente.
Il fienile appartenente all’hotel al Ponte fu distrutto nel 1945 da un bombardamento e demolito poco dopo.
Nel 1968 Josef Zanol prese in gestione la locanda dopo aver appreso la professione di cuoco in diverse esperienze lavorative a Merano, Bolzano e Koblenz. Nel 1973 acquistò la struttura alberghiera dall’Abbazia e la gestì con passione fino alla sua morte nel 2012. Egli seppe adattare e costantemente rinnovare la casa in base alle esigenze del turismo moderno – pur senza mai dimenticare la sua lunga storia.
“Questa casa al ponte, con il nome attuale, sorveglia dall’Isarco tutti che vengono per la via.”
(Dalla cronaca del Brückenwirt)
Il ponte di legno coperto che dà il nome all’hotel al Ponte è testimone di vecchia architettura in legno e monumento di rilievo di Novacella.
Il primo ponte sull’Isarco fu costruito in pietra nel 1507. Fu dotato di un corpo di guardia – così ebbe inizio la storia dell’Oste al ponte.
Il ponte, il cui tetto a due falde è ora coperto con tegole di legno, nel 1636, quando la peste infuriava a ed intorno a Novacella, fu utilizzato come barriera per l’ingresso a Novacella. L’accesso era sorvegliato costantemente da due guardie, ed era possibile passare solo se muniti di certificato sanitario.
In seguito a questo tragico periodo il ponte non fu mai più utilizzato come barriera, bensì come caratteristico ingresso a Novacella. Fino all’anno 2010 il ponte di legno largo 3,3 metri fungeva da accesso all’Abbazia di Novacella per chi veniva da Bressanone. Numerose auto ed anche camion ed autobus lo hanno attraversato per decenni.
Oggi i veicoli attraversano l’Isarco su di un semplice ponte in cemento armato, un po’ più distante dalla casa, con parapetti in acciaio color rosso ruggine. Sul vecchio ponte di legno ora possono transitare solo i pedoni, ma per l’Oste al ponte rimane comunque più che un semplice attraversamento del fiume.